22 febbraio 2010

Musica!

Sono appena tornato dalla Philharmonie, dove ho assistito ad un magistrale concerto di musica barocca.
Sono arrivato di corsa (non avevo il biglietto e l'ho comprato 5 minuti prima dell'inizio), sudato, bagnato di pioggia e in fase digestiva di un döner (in cui non mancava cipolla e salsa all'aglio). Durante l'intervallo ho abbandonato il mio posto a metá tra il lato destro e le spalle dell'orchestra e ho sfoderato tutta la mia faccia di bronzo andandomi a sedere proprio in prima fila (probabilmente trascinando scie di aglio e cipolla; se qualcuno avesse avuto da ridire mi sarei spacciato per Spagnolo, salvaguardando almeno il buon nome dell'Italia), da dove potevo contare le carie del fagotto e del controfagotto.
Da cosí vicino mi sono divertito a spizzarmi i musicisti, le loro zazzere svolazzanti, i loro ciuffi fluttuanti e quell'aria grave e distratta, concentrata e dinoccolata da restitutor orbis e salus rei publicae. Il tale al clavicembalo sembrava messo lí in punizione dicendo: non sono responsabile per quello che fanno le mie mani (suonare). Il secondo violino fissava la flautista con occhi simili a quelli di un chirurgo che esegua un trapianto di cuore.

21 febbraio 2010

Logica sferzante

Oggi sono andato a vedere con un amico americano (per la par condicio non posso frequentare solo Russi!) un film proiettato nell'ambito del festival Berlinale.
Presumo che il film fosse fuori concorso, visto che l'orso é stato giá assegnato ieri.
In realtá era la seconda proiezione, quella con sottotitoli in Inglese, la prima essendo con sottotitoli in Tedesco.
Il flim era giapponese (e la rapida comprensione dei sottotitoli era essenziale).
Il film, Otouto, narra i casi di una famiglia della classe media. Ho apprezzato l'interpretazione della protagonista femminile, Sayuri Yoshinaga (elegante, discreta, misurata, sempre entro le righe, ma non per questo debole ed inerte) e la direzione di Yoji Yamada (piana, senza essere banale, vera, senza essere un reportage o senza retorica).

Stasera sono andato a prendermi qualcosa da mangiare in un ristorante vietnamita sotto casa.
Alla ragazza che mi ha servito devo essere parso un grullo irrecuperabile, perché mi sono fatto ripetere varie volte le sue frasi incomprensibili in Tedesco (ma avete mai provato a parlare in Tedesco con una Vietnamita?); nemmeno quando siamo passati, su richiesta di lei, all'Inglese sono stati registrati significativi progressi nella comprensione. E poi, dopo avermi chiesto da dove venissi, con logica sferzante, ha inferito che, essendo io Italiano, la mia lingua madre fosse l'Inglese.
Non ho potuto evitare di scioccarla rivelandole che, essendo Italiano, la mia lingua madre fosse... l'Italiano!

20 febbraio 2010

Non ho resistito!

Non ho resistito e l'ho comprata:










Non ho avuto il coraggio di prendere il boccione da 2 L e non me ne pento: praticamente é solo anidride carbonica (e zucchero). Ho pensato di rifarmi il gargarozzo con del buon ayram (yoghurt, acqua e sale), ma ho toppato la marca:
Mi consolo le orecchie (almeno quelle!) ascoltando l'ottima webradio
AVRO Baroque.
Con grande soddisfazione faccio la spesa nei supermercati turchi sulla Haupstraße e sulla Potsdamerstraße che offrono saporiti ben di Allah (in primis formaggi, olive, pane, frutta e verdura). Ce n'é uno cui sono particolarmente affezionato e non solo perché mi pare quello fornito meglio, ma perché ci vanno spesso i Russi a fare la spesa e sentir parlare Russo mi tranquillizza e mi rabbonisce, mi ricorda dolcezze, letture, viaggi, sentimenti, progetti.

11 febbraio 2010

Berlino!

Sono arrivato ieri, ma solo oggi ho preso possesso della casa che ci ospiterá per qualche mese.
Siamo tra Schöneberg e Kreuzberg, in un terzo piano che vale come un quarto o quinto dei nostri (vista l'altezza smisurata dei soffitti). Potsdamer Platz é a poco piú di un chilometro e ancora a meno le dolci piazzette di Schöneberg.
La vista dalle finestre: