22 febbraio 2010

Musica!

Sono appena tornato dalla Philharmonie, dove ho assistito ad un magistrale concerto di musica barocca.
Sono arrivato di corsa (non avevo il biglietto e l'ho comprato 5 minuti prima dell'inizio), sudato, bagnato di pioggia e in fase digestiva di un döner (in cui non mancava cipolla e salsa all'aglio). Durante l'intervallo ho abbandonato il mio posto a metá tra il lato destro e le spalle dell'orchestra e ho sfoderato tutta la mia faccia di bronzo andandomi a sedere proprio in prima fila (probabilmente trascinando scie di aglio e cipolla; se qualcuno avesse avuto da ridire mi sarei spacciato per Spagnolo, salvaguardando almeno il buon nome dell'Italia), da dove potevo contare le carie del fagotto e del controfagotto.
Da cosí vicino mi sono divertito a spizzarmi i musicisti, le loro zazzere svolazzanti, i loro ciuffi fluttuanti e quell'aria grave e distratta, concentrata e dinoccolata da restitutor orbis e salus rei publicae. Il tale al clavicembalo sembrava messo lí in punizione dicendo: non sono responsabile per quello che fanno le mie mani (suonare). Il secondo violino fissava la flautista con occhi simili a quelli di un chirurgo che esegua un trapianto di cuore.

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